La Amnistía e las Multitudes di Juan Genovés e la maratona di Valencia

Algo une estas dos imágenes.

A parte de que Valencia es la ciudad del grande pintor Juan Genovés, creo que el maestro podría explicar el sentido antropológico de esta manifestación, que bien puede expresar, más allá del paralelismo óptico de estas imágenes, su idea de Multitud que se escapa o se mueve hacia algo, buscando aquel “Abrazo” que ya no es para España sino para todo el mundo, que necesita más que nunca una “Amnistía”. Aquella señora de la derecha que abrazaba el vacío o más bien el futuro, (como explica el mismo autor en una reciente entrevista en la RNE) podría estar allí corriendo. Podría ser uno de los refugiados de las olimpíadas. El futuro llegó. Pero necesitamos que continúe, en todo el mundo.

Qualcosa unisce queste due immagini. A parte il fatto che Valencia è la città del grande pittore Juan Genovés, credo che il maestro ci potrebbe spiegare il significato antropologico di questa manifestazione, che può ben esprimere al di là del paragone ottico delle due immagini, la sua idea di Multitudine ( che non esclude ma esalta il valore del singolo) che fugge o si muove verso qualcosa, cercando quell’Abbraccio che non è già più per la sua Spagna (divisa all’epoca della creazione del cuadro/manifesto, dal regime franchista) bensì per tutto il mondo, che ha bisogno più che mai di una “amnistia”. Quella signora sulla destra che abbracciava il vuoto, il futuro (come spiega lo stesso autore in un’intervista) potrebbe essere uno di quei maratoneti. O uno dei rifugiati che abbiamo visto gareggiare alle olimpiadi. Quel futuro è arrivato, ma abbiamo bisogno che si perpetui.

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